1952 BUDINO DI MELE (O PERE)

DAL MENSILE LA CUCINA ITALIANA, GENNAIO 2014

budino di mele

L’ultimo numero de La cucina italiana edito dalla Società Anonima del fondatore Umberto Notari è datato luglio 1943, in pieno conflitto mondiale. Fortunatamente, nel gennaio ’52 il giornale riaprì i battenti grazie alle lungimiranti sorelle Anna, Mina e Fernanda Gosetti della Salda, rispettivamente direttrice, fotografa e cuoca del mensile.

Se prima della chiusura tutti gli sforzi erano indirizzati a suggerire alle lettrici soluzioni alternative alla scarsità di ingredienti e di cibo, sotto la guida delle Gosetti iniziò un crescendo di prosperità, in perfetta sintonia con l’avvicinarsi del boom economico, seguendo anzitutto il solco della tradizione culinaria nostrana.

Le virtù casalinghe sono premio a se stesse era il leitmotiv del giornale, l’intento dichiarato quello di educare le massaie italiane, di qualsiasi età e capacità, ad adempiere con fierezza al ruolo di cuciniere e donne di casa, per riaccendere in tutte le mense il desiderio conviviale assopito dalla vita moderna. Compito non facile quello di convincerle ad amare il faticoso e non pagato lavoro casalingo, che portarono avanti con tenacia per tre decenni, adattandosi ai rapidi mutamenti della società e dei consumi, all’evoluzione del ruolo della donna, tramandando con passione migliaia di ricette.

Come il nostro Budino di mele (o pere) che, a occhio e croce, sarà stato replicato con successo da un buon numero di massaie, tanto è facile da fare. Me le immagino intente ad affettare le mele, canticchiando il refrain della canzone che vinse il festival di Sanremo di quell’anno, “Vola colomba” di Nilla Pizzi, un brano dedicato alla città di Trieste – ancora sotto occupazione alleata – nella speranza della sua riannessione all’Italia (1954), ma anche metafora di un popolo, reduce da una guerra devastante, che cerca di spiccare il volo, alla ricerca di un futuro più sereno. 

Samanta Cornaviera

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