1932 PENNE ALLA BARZINI E LA BIENNALE DEL GUSTO DI VENEZIA

Massaie!, qua ci vuole una giornata di almeno 48 ore per riuscire a fare tutto quello che c’è da fare, fra lavoro ufficiale, famiglia, sciatica, ricette da provare, foto da selezionare, articoli da scrivere… Tanta roba. Da 2 mesi cerco invano di finire il post sul meraviglioso Sugo Marinetti, buonissimo e ricco di storia. Non mi sto lamentando, ci mancherebbe, è solo che mi piacerebbe postare con un po’ più di frequenza. Chiedo venia. Procediamo.

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E’ passata una settimana dall’evento delle “Massaie in tour” alla Biennale del gusto di Venezia, ed è giunta l’ora di raccontarvi di questa bella esperienzaun’ora e mezza di “archeologia culinaria” nella città più bella del mondo, con l’organizzazione de La Cucina Italiana e il supporto dei prodotti Cuki.  Abbiamo presentato due piatti dell’archivio storico de LCI: la classica e buonissima Torta di Giuseppe Mazzini, presente nelle pagine del giornale nel 1930 e 1932 (qui ne parlo in abbondanza) e le Penne alla Barzini, 1932.

Barzini! Che personaggio, massaie, e che boccone prelibato! Due belle scoperte.

Ma prima un paio di foto dell’evento, che si è svolto in allegria, leggiadrìa, professionalità e passione, alla presenza di un buon numero di partecipanti e con l’accompagnamento ai fiati di Anna Prandoni – ospite della manifestazione e direttrice de LCI – e ai fornelli di Michela Mosoni, chef e insegnante alla scuola alberghiera di Stresa. Sono molto soddisfatta di come è andata, una bella esperienza di lavoro di gruppo massaico, armonico e sereno. Con tanto di buffet finale e degustazione dei due piatti presentati.

 

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LUIGI BARZINI E LE SUE PENNE

Ma chi è Luigi Barzini (1874-1947)? Se non siete giornalisti, probabilmente non lo avrete mai sentito nominare. Fu il più famoso “giornalista viaggiante” d’inizio secolo (‘900),  inviato del Corriere della sera per una ventina d’anni (dal 1899 al 1921), un “redattore viaggiante” di grande bravura, arguzia e senso del dovere, inviato nelle zone di guerra di tutto il mondo, dalla Cina al Messico. Esiste anche il Premio giornalistico “Luigi Barzini” all’inviato speciale a Orvieto, città natale del giornalista, a riprova della sua autorevolezza e competenza.

Alcuni suoi reportages, come quello sul terremoto di Messina, sul raid automobilistico Pechino-Parigi e sulla guerra russo-giapponese, sono dei classici del giornalismo viaggiante, anzi del giornalismo senza qualifiche – scrive Ugo Stille – esemplari di una professionalità assai brillante.

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Nel 1907 Barzini prese parte ad un’impresa epica, grandiosa, avventurosa: il raid Pechino-Parigi. Accompagnò il principe Scipione Borghese lungo i 16000 impervi (e di certo non asfaltati) chilometri di questa eroica gara automobilistica, a dorso di una potentissima (per quei tempi) Itala. L’idea del raid (non era una gara vera e propria, non c’erano premi all’arrivo, o forse non avevano considerato l’ipotesi che qualcuno ci sarebbe arrivato, all’arrivo) venne al quotidiano francese Le Matin, che il 31 gennaio pubblicò questo annuncio:

« Quello che dobbiamo dimostrare oggi è che dal momento che l’uomo ha l’automobile, egli può fare qualunque cosa ed andare dovunque. C’è qualcuno che accetti di andare, nell’estate prossima, da Pechino a Parigi in automobile? »

In molti, tutti ricchi aristocratici, risposero all’annuncio e pagarono la quota d’iscrizione (2000 franchi), ma solo 5 equipaggi si presentarono alla partenza quel 10 giugno, alle 8 del mattino. Immagino la bellezza e la fatica di un simile viaggio, il silenzio della steppa siberiana o lo stupore di qualche contadino russo al passaggio di questi strani aggeggi semoventi, popolazioni e terre che mai prima d’allora avevano visto un’automobile e degli umani vestiti in tal guisa. Immagino l’accoglienza festosa nelle città più grandi, la meraviglia di un’avventura così avvincente, lo smarrimento al pensiero di essere tutto sommato soli, senza assistenza, senza la certezza di un lieto fine. E immagino anche l’entusiasmo di arrivare primi in un’impresa così impervia. Si,vinsero! E con un bel po’ di vantaggio. Durante il viaggio, Barzini documentò, scrisse, appuntò tutto quello che succedeva, che vedeva, che scopriva per la prima volta. In tempi non sospetti e senza social net, questo evento suscitò un’interesse mediatico globale e ovviamente Barzini era fortemente sul pezzo, avendo cura di inviare dispacci telegrafici al Corriere della sera e al Daily Telegraph da improbabili stazioni di posta lungo la rotta, ogni qualvolta fosse possibile. Non solo! Al suo ritorno scrisse un libro intitolato La metà del mondo vista da un automobile, divenuto un successo editoriale, edito da Ulrico Heopli nel 1908 in 11 lingue.

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Purtroppo non gli andò sempre così bene nella vita, sia sul piano economico che su quello personale.

Nel 1921 il Corriere della sera lo spedì in America (portò con sé anche la moglie Mantica e i figli) come inviato e nel 1923 decise di fare il salto della quaglia acquistando la maggioranza del Corriere d’America, dedicato agli immigrati italiani, Gli affari però non andarono benissimo e 10 anni dopo Barzini riuscì a vendere il giornale e rientrare in Italia. Era il 1931 e l’Italia era radicalmente cambiata con l’affermarsi del regime e del pensiero fascista. Barzini riuscì a trovare un ottimo posto di lavoro come direttore del Mattino di Napoli nel 1932, ovvero l’anno in cui troviamo la ricetta delle Penne alla B. su LCI. Un anno dopo fu licenziato.

Il resto della storia della sua vita potete leggerla qui. Fatelo, è davvero interessante. Potrete saperne di più sulle sue sventure, sul suo lavoro, sull’agenzia di stampa Stefani, sulla sorte dei suoi figli, del figlio Luigi Jr, giornalista e politico, antifascista, arrestato nel giorno del suo matrimonio (1940) con Giannalisa Feltrinelli, vedova di Carlo Feltrinelli, un tipino piuttosto difficile. Leggerete anche della sua morte, anno 1947. Un po’ di tristezza vi verrà.

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LA RICETTA

Porta la firma di S. Alicata, capo cuoco di uno dei Ristoranti 100 chilometri all’ora gestiti dalla Compagnie Internationale des Wagons-Lits.

(Per 6 persone)

12 pomodori medi e lisci, maturi, tuffati in acqua bollente per un minuto circa, pelati e buttati in acqua fresca ghiacciata.

Avete preparata 300 grammi di mozzarella fresca trita fine leggermente salata, un pizzico di pepe, qualche foglia di basilico trito. Togliete i pomodori dall’acqua, cercate di vuotarli praticando un foto dalla parte del gambo con una cava frutta o scavino. Toglietene i semi cercando di non romperli, riempendoli con della mozzarella già preparata. Drizzateli su tortiera cosparsi di olio fino dando 20 minuti di forno regolare.

Avrete già lessate 800 gr. di maccheroni penna (maltagliate) scolate, condite con 150 gr. di burro, 150 gr. di parmigiano grattato, versate su un piatto a pirofila, drizzate sopra i pomodori già cotti precedentemente dando qualche minuto di forno regolare. Servite caldi.

Questa minestra è gradita particolarmente all’illustre giornalista Luigi Barzini.

S. Alicata (capocuoco)

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Molto semplici da realizzare e sicuramente buoni, certi, quasi a prova di massaia incapace. Il consiglio che mi sento di dare (anzi, che mi ha dato Michela, la nostra chef) è di condire la pasta come fosse una cacio&pepe, tenendo da parte un po’ di acqua di cottura, aggiungendovi il parmigiano e amalgamandovi la pasta. Se seguite alla lettera la ricetta, rischiate di trovarvi una pasta molto, troppo asciutta.

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Luigi Barzini e la moglie Mantica firmarono alcune ricette sulle pagine de La Cucina Italiana. L’ho scoperto grazie al libro “Gli intellettuali in cucina” scritto da Mascotte (pseudonimo usato da Fanny Dini, direttrice de LCI dal ’35 in poi). Di Luigi troviamo il semplice Filetto di sogliola ai funghi, mentre della moglie Mantica  il delizioso Dolce al cacao.

 

Questo, invece, la “sintesi autobibliografica” scritta da Mantica:

Dati biografici miei? Sono nata, ho studiato, sognando di fare grandi cose: cose che io non feci né farò. Ho fede che vengano compiute dai miei figliuoli. Il che è quasi lo stesso, pur essendo di assai più grande compiacenza, per me. Scrivo: la vita di mio marito lo assorbe talmente, che devo aver una distrazione per la mia lunga attesa. E amo la vita e credo che se camperò centenaria seguiterò ad alzarmi ogni mattina coll’eccitamento felice di chi aspetta quqalche cosa da ogni nuova alba. E’ questa, mi pare, la ricetta per conservarsi giovani… almeno di spirito, colla mente aperta alle nuove correnti e la comprensione pronta ad accogliere i nostri simili. Il mio più grande orgoglio? La persuasione di aver reso felice mio marito. Articoli scritti e novelle: molti ed ovunque a partire da quell'”Alba”, il quotidiano dove Umberto Notari (editore de LCI) cominciava sul serio quello che io giovinetta tentavo solamente.

qui sotto Mantica (sx), moglie di Luigi senior e Giannalisa Feltrinelli Barzini, moglie di Luigi jr.

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Guardatele, che meraviglia di donne! al primo sguardo, Mantica sembra dolce, soave, materna, buona. Giannalisa, invece, ha un’aria severa e rigida, elegante e distaccata. E quel monocolo! ME RA VI GLIO SO! lo voglio,sento già potrebbe essere la tendenza moda per il prossimo inverno.

ora cerco su ebay.

 

Con mia grande sorpresa (e grazie ad un tag su fb) ho poi scoperto che ho meno di sei gradi di separazione con Barzini senior! Vi spiego:

Stefania Barzini, scrittrice di decine e decine di libri dedicati al cibo e alla memoria, come il bellissimo e consigliabilissimo L’ingrediente perduto, è la moglie di uno dei figli di Barzini jr. Conosco Stefania solo telefonicamente, avendola intervistata qualche anno fa per il programma radio che conducevo in una radio milanese. Una di quelle donne con cui ho trovato subito il giusto feeling, forte e decisa, di carattere, competente, curiosa.

Mi ha anche confermato che il nostro Barzini senior e la moglie erano delle buone forchette.

Concludo con un ringraziamente, anzi due:

Agli organizzatori della Biennale del gusto e a Susanna Tadiello che si è occupata delle foto e del video, che pubblicherò appena pronto.

E’ stato bello, bello davvero. Questo è il video che Susanna Tadiello ha realizzato, postato sul sito de LCI.

E ora via, verso nuove avventure, Massaie in tour continua…

Samanta