1931 Pappa di Maria José

Un salto indietro fino al 1931, per testare il gusto di questa sostanziosa minestra di verdure, riso e uova, dedicata a Marie José Carlotta Sofia Amelia Enrichetta Gabriella di Sassonia Coburgo-Gotha, meglio nota come Maria José del Belgio, la regina di maggio. 

Ovviamente si tratta dell’articolo di Ieri e oggi, la rubrica de La cucina italiana del mese di marzo.

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“Questo che vi dò, amici, è il piatto nazionale belga, è una minestra adatta per i piccini e per i grandi. Entrambi la gusteranno perché susciterà nel loro cuore visioni dolci e tristi di bimbi lontani indimenticati e sacri nel nostro ricordo del Belgio eroico.”
E’ questo l’incipit della ricetta scritta dall’abbonata Gina Zanotti Rusconi, già collaboratrice della rivista di moda Fili, che omaggia così le origini della principessa Maria Josè, futura Regina di maggio e ultima sovrana d’Italia.
Nata nel 1906, figlia del re del Belgio, fin da piccola fu promessa al principe ed erede al trono Umberto di Savoia, che sposò nel gennaio 1930. L’episodio a cui si riferisce la Zanotti Rusconi è probabilmente la feroce invasione tedesca del Belgio all’inizio della Grande Guerra, che provocò molte vittime civili e che vide Re Alberto, padre di Maria Josè, nelle vesti di eroico comandante dell’esercito belga.
“Quando andate in Belgio chiedete questo piatto sotto il nome di “Kolbspot”, è il piatto nazionale dei paesi fiamminghi. Assistendo al pranzo dei vostri bimbi, raccontate la storia della bionda principessa dagli occhi azzurri…”, chiosa l’abbonata dopo aver spiegato la ricetta, che risulta essere un ottimo piatto unico, corroborante e gustoso. Non ho trovato notizie sul Kolbspot, ma di certo esiste l’Hochepot, stufato di carne e legumi tipico dei paesi fiamminghi, molto simile alla nostra ricetta. Non prevede l’uso dell’italico riso, come la quasi totalità dei piatti salati di quei luoghi, ma possiamo vedere in questo ingrediente aggiunto un tentativo dell’abbonata di far sentire a casa l’amata principessa Maria Josè, a poco più di un anno dal suo arrivo in Italia.

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LA RICETTA ORIGINALE

 

Questo che vi dò, amici, è il piatto nazionale belga è una minestra adatta per i piccini, e per i grandi. Entrambi la gusteranno perché susciterà nel loro cuore visioni dolci e tristi di bimbi lontani indimenticati e sacri nel nostro ricordo del Belgio eroico.

“Ponete sul fuoco una bella pentola lucente nella quale avrete posto acqua e sale come per fare il bolllito solito, come carne servitevi della punta di petto di vitello, tagliate a pezzi questa parte cartilaginosa dopo averla ben lavata, schiumatela bene ai primi bollori, e mantenete un fuoco discreto così che bolla dolcemente, intanto voi preparerete qualche grosso legume tagliato a pezzi, come carote, patate, cavoli, appena pronti li ponete a bollire con la carne. Quando la carne è cotta toglietela e lasciate invece i legumi a finire la loro cottura per benino, fino al momento in cui toglierete anche questi, passando il brodo attraverso un candido e fine pannolino. Mettete il brodo a bollire e aggiungetevi dei pezzetti di sedano tagliati a piccoli quadri dalla parte dalle radici. Mentre questi bollono adagino, voi mondate un pugnello di riso a testa e gettatelo nel brodo bollente, per un quarto d’ora: aggiungete a questo tre o quattro lattughe tagliate finemente e qualche tenero pisellino crudo. Avrete anche tagliato la carne, già cotta e tenuta da parte, a fettine sottili, aggiungetela pure al brodo e legate il tutto con tanti rossi d’uovo quante sono le persone a cui deve essere presentata. (Sciogliete prima i rossi d’uovo in poco brodo

Quando andate in Belgio chiedete questo piatto sotto il nome di “Kolbspot”, è il piatto nazionale dei paesi fiamminghi. Assistendo al pranzo dei vostri bimbi, raccontate la storia della bionda principessa dagli occhi azzurri, come Arnaldo Fraccaroli ha fatto con noi grandi, a suo tempo.
Grazie non fosse altro che per la pazienza di avermi letta.

L’abbonata Gina Zanotti Rusconi – Milano

 

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Questo il link per sfogliare il numero originale de La cucina italiana del 1931 dal sito Academia Barilla.