1935 Spuma calda di tagliatelle

Roberta Libero ha riaperto il baule dei ricordi di famiglia per accompagnare una ricettina sfiziosa, tratta da Massaia900, la rivista pubblicitaria curata da Amedeo Pettini, l’immarcescibile capocuoco del Re Vittorio Emanuele III.

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Di Robera Libero

18 Dicembre 1935: “ Giornata della fede”. Detta così sembrerebbe una celebrazione religiosa, un atto di devozione al Papa e alla Chiesa. In realtà, in quel giorno, nell’ambito della campagna “Oro alla Patria”, gli italiani diedero vita a una “ grande e spontanea” mobilitazione per donare le loro fedi alla causa della guerra e contro le sanzioni decise dalla Società delle Nazioni.

oro patria

La prima a donare la propria fede insieme a quella del marito fu la regina Elena del Montenegro, seguirono Rachele Mussolini e numerose popolane di Roma. A chi offriva il proprio anello nuziale veniva data una ricevuta e una fede di ferro, simbolo di amore all’Italia e al Duce. Furono raccolte 37 tonnellate d’oro e 115 d’argento.
Anche la nonna materna Maria, sposa nel 1922, donò la sua fede alla Patria. Portò l’anello di ferro per molti anni finché papà, l’aviatore diventato orefice, fondendo un vecchio anello della mamma, la sostituì con una d’oro. Era il 1950! 15 anni con la fede annerita dai numerosi lavaggi al mastello, segno di un atto generoso che privò le donne del loro gioiello più caro per un assurdo sogno di grandezza imperiale. E fu proprio, facendo il bucato, che morì, ancora giovane, nel 1954.

Zia Matilde, sorella di Maria, divenne così la nostra nonna. Lei di donare la sua fede non ci pensò proprio! Si era sposata soltanto l’anno prima, dopo 10 anni di fidanzamento.

Quell’anello rappresentava una vittoria. Lei, piccola e non bella, aveva affrontato con tenacia la sua battaglia contro donne alte e affascinanti, pronte a tutto per il bel Cesare. Alla fine vinse lei, con la sua dolcezza e semplicità.

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Nel 1935 esce MASSAIA900, la cucina moderna interpretata da “Il capo cuoco del Re, Comm. Amedeo Pettini”.

Sì, Amedeo Pettini, sempre lui. È il cuoco più famoso di questo periodo, le sue ricette non temono confronti. Sempre “sulla notizia”, non si lascia sfuggire alcuna occasione per aggiornare i nomi dei suoi piatti all’attualità storica. Così il francese “Soufflés” diventa “Spume Calde”. È iniziata l’autarchia, la fantasia italiana si scatena!

 

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L’antica arte dell’arrangiarsi riesce in qualche modo a far superare le difficoltà. Anche quando le sanzioni furono tolte, alla fine del 1936, si continuò a produrre solo con prodotti italiani, con risultati non sempre eccelsi.

Come il Cuoital, prodotto con “cartone pressato, sfridi di cuoio sfilacciato e vulcanizzato”. Di questo cuoio autarchico erano fatte le famose scarpe di cartone che i soldati italiani calzavano nella campagna di Russia fino alla disastrosa ritirata.
Ma torniamo alle nostre spume.
Spuma di riso, maccheroni , tagliatelle, spinaci e piselli quelle salate, Spuma di moscato, zabaione, mele, vaniglia e alla portoghese quelle dolci.
Ho deciso, farò la Spuma calda di tagliatelle. Sono bravissima con il mattarello. Non c’è niente da fare, la pasta tirata a mano ha un gusto e una consistenza diversa da quella fatta a macchina. Reggerà bene alla prova soufflé.

Ohibò, scusate non possiamo usare questo stucchevole francesismo, siamo italiani, perdinci!

 

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LA RICETTA

150 grammi di burro
200 grammi di farina
750 cc di latte
200 grammi di tagliatelle all’uovo
6 uova
300 grammi di funghi freschi o 100 di funghi secchi
4 cucchiai di parmigiano
Sale, pepe, olio extravergine d’oliva, prezzemolo

Preparate una besciamella con il burro, il latte e la farina. Deve risultare piuttosto densa. soffriggete i funghi freschi o quelli secchi ammollati in acqua tiepida in una noce di burro per circa 10 minuti insieme a un trito finissimo di poca cipolla. Aggiungete un mestolino di brodo e portate a cottura. Unite il prezzemolo tritato.
Uniteli alla besciamella insieme al parmigiano, regolate di sale e pepe. Amalgamate al composto i tuorli e quindi gli albumi montati a neve.
Imburrate una pirofila da spuma, spolverizzate di pangrattato e riempitela fino all’orlo. Cuocete a 180 gradi per circa 25- 30 minuti. Prima di infornare spruzzate le pareti del forno con acqua o ponete un recipiente colmo d’acqua nel fondo.
Servite immediatamente.
Ho proposto questa spuma a colazione, come primo piatto. Buona, ma non da applausi. Sarà perché prima di servirla ho dovuto fare le foto e, si sa, i “soufflèes “ si possono aspettare ma non possono aspettare. In ogni caso hanno mangiato tutti senza protestare anche, perché, effettivamente, il gusto è delicato e la consistenza abbastanza morbida. Nessuno, però, mi ha detto : “ Suonala ancora, Rob!”. Accidenti, che delusione, ma li capisco. Poveri ragazzi, sanno che fra poco dovranno affrontare un altro piattino archeologico, ricco di burro. E il colesterolo? Meglio essere prudenti e limitare i danni!
Roberta Libero

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