1941 FRAGOLE ALL’IMPERATRICE

Che emozione e che soddisfazione, mie care massaie! Dopo svariati decenni ritorna, su La Cucina Italiana (il giornale cartaceo), la Rubrica delle Massaie Moderne!

Più moderna che mai! Più massaia di sempre!

Due meravigliose pagine, una ricetta d’antan al mese, le foto da fare in redazione, l’articolo da scrivere… Potevo desiderare di più dalla mia vita massaica?! No, non credo. Che io, se non l’avete ancora capito, non scrivo per professione, non sono una storica dell’alimentazione, non ho tessere d’alcun genere, non voglio fare la chef, non ho la verità in tasca, non voglio cambiare mestiere.

Mi spinge un’allegra curiosità, la consapevolezza che è un argomento interessante per me e per molte di voi, un’attitudine cromosomica alla faccenda, quasi una fissazione. Ma questo l’ho scritto tante volte.

La prima delle ricette massaiche su carta stampata è “Fragole all’imperatrice”, luglio 1941. 

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Permettetemi di ringraziare tutte le meravigliose massaie (e i pochissimi massai) dello staff LCI per aver reso possibile questo storico(nel mio piccolo mondo antico) momento, in particolare ad Anna Prandoni (direttrice del giornale da qualche mese e amica da qualche anno), che fin da quel “Latte di ananasso” trovò meravigliosa l’idea di aprire le porte dell’archivio storico e ridare aria e gloria al passato de La Cucina Italiana, conscia del suo immenso valore e della sua unicità.

Delia (Pavoni Notari, moglie di Umberto, fondatrice e direttrice di LCI) ci guarda da lassù ed è contenta anche lei, ne sono certa.

Fu proprio lei, fin da quel primo numero del giornale del 15 dicembre 1929, a curarsi della “Rubrica della Massaia moderna”, dispensando consigli, ricette, regole di bon ton… Fino alla fine del 1934, Delia scrisse con trasporto questa meravigliosa rubrica dedicata a massaie inesperte e giovani spose.

Poi morì. La foto che la ritrae in punto di morte è pubblicata nel numero di gennaio 1935.

Delia morte

La rubrica sopravvisse però alla sua creatrice, continuando a presenziare nelle pagine del giornale fino alla sua chiusura nel luglio 1943, sintomo evidente di affezione da parte delle fedeli abbonate.

Capirete quindi la mia felicità.

Prima di passare alla ricetta e alla sua storia, permettetemi due-parole-due su Athos Gastone Banti, il “giornalista spadaccino”, direttore di LCI nel luglio 1941.

Che personaggio!In breve, già da giovane era un irrequieto, surfava fra sfide a duello (famosa quella mancata con Dino Campana) e sedi di giornali bruciate, scontri verbali e fisici. Sallusti, al suo confronto, è un vero pivello. Fu direttore di svariati giornali (tra i quali lo storico “Il Telegrafo”), ma quando i fascisti, nonostante fosse schierato dalla loro parte, nel 1924 gli bruciarono la sede fiorentina del suo Nuovo Giornale, Athos Gastone fu costretto a cambiare aria. Roma fu per lui una tana sicura. Fu così, per mantenere un basso profilo, per non cacciarsi in altri guai, per non sguainare di nuovo la spada, che arrivò alla direzione de La Cucina Italiana.

“Si scrive di cucina, che mai potrà succedermi…”, si sarà detto.

Mai sottovalutare il potere del cibo, caro il mio Athos Gastone, mai!

Il nostro riuscì a far gravi danni anche qui, quando scrisse che il Duce amava bere il caffè.

E c’era l’autarchia.

E in Italia non si poteva importare il caffè.

Penso, tra me e me: “polemico attaccabrighe o uomo libero?”. Ad ognuno di noi l’ardua sentenza, previa ricerca approfondita. Di sicuro c’è che, a liberazione avvenuta, Athos Gastone tornò nella sua Toscana e riuscì nell’intento di dar vita ad una nuova testata giornalistica: Il Tirreno, ora di proprietà del Gruppo editoriale L’Espresso.

BANTI

 

LA RICETTA

fragole imperatrice cop

Un classico all’inizio del ‘900, rielaborazione della famosa “Bavarese di riso all’imperatrice” o del “Savarin di riso all’imperatrice” o dell’altrettanto nota “Torta di riso all’imperatrice”.

Insomma, riso – cotto nel latte zuccherato e vanigliato -, panna e rosso d’uovo con salsa di fragole macerate nello zucchero e alcool. Buona? Buona! Non il mio genere di dolce. Non esattamente dietetica.

Empress_Eugenie_1856

L’imperatrice in questione è Eugenia de Motijo, María Eugenia Ignacia Augustina de Palafox y Portocarrero de Guzmán y Kirkpatrick il suo nome per intero, moglie di Napoleone III, ultima imperatrice di Francia dal 1853 al 1870, donna intellettualmente vivace e caparbia. Eugenia e il marito Napoleone III erano dei buongustai, questo è certo, Eugenia fu una vera influencer (perdonatemi, non lo scriverò mai più!) e non mi meraviglia che questo dolce fosse “di tendenza” sopratutto fra le dame salottiere e blasonate della vecchia Europa.

Il grande cuoco Auguste Escoffier inventò per lei le Pesche Eugenia (pesche, fragoline, kirsh, zabaione). Si, beh, si assomigliano tutte un po’ queste ricette, a dire il vero. Frutta fresca, panna o gelato o zabaione o crema o qualche tipo di preparazione congelabile. Liquore immancabile: kirsh o maraschino.

 

FRAGOLE ALL’IMPERATRICE – RICETTA ORIGINALE

Prendere 500 grami di fragole, e dividerle come purtroppo avviene anche per le persone in …belle e brutte. Le più belle metterle da parte, inzuccherarle, versarci del liquore, e conservarle al fresco. Serviranno dopo un poco. Col resto delle fragole fare una purea, passandole allo staccio. Aggiungervi zucchero (80 grammi di zucchero se le fragole meno belle erano, supponiamo, 300 grammi) e conservarle in ghiacciaia.
Intanto lavare 100 grammi di riso, farlo saltare in casseruola con poco burro e niente acqua. Versarvi dopo qualche minuto un terzo di litro di latte caldo nel quale abbia…navigato un baccello di vaniglia. Quando il latte ha preso il bollore aggiungervi 80 grammi di zucchero e lasciare cuocere il riso, a piccolo fuoco, a casseruola scoperta (20 minuto di cottura). Ritirare il riso dal fuoco e lasciar raffreddare un poco, poi incorporarvi tre rossi d’uovo. Quando la mescolanza è fredda, incorporarvi un terzo di litro di panna montata e una cucchiaiata da minestra dello stesso liquore che avete adoperato per farvi macerare le fragole più belle. Mescolare con cura. Versare il tutto in una forma da sformata e lasciarlo in ghiacciaia per due ore. Poi versarlo su un grande vassoio, e guarnirlo con le fragole più belle, messe da parte sul principio.

La ricetta in questione è contenuta nel servizio intitolato “Frutti rossi”, dove troviamo anche i Crostini di fragole (focaccia dolce fritta nel burro con fragole e gelatina bollente di ribes); una classica Torta di fragole; Spuma gelata di fragole e le nostre Fragole all’imperatrice. Seguono poi i consigli per un Alcoolato di fragole, che ho scoperto essere fondamentale nella cucina di noi massaie, care massaie! Un po’ fortino da bene così (allungatelo con un cubetto di ghiaccio e passa la paura), ottimo da usare per fare molte altre cose, come potete leggere sotto.

Si fa così:

“Lasciate macerare per 15 giorni 1 kg. Di fragole in un litro di alcool a 90°. Si passa al setaccio, si filtra, e si conserva questo liquido in tante piccole bottiglie ben sigillate. Ciascuna di esse può rappresentare una “dose” per fare, in qualsiasi momento, gelati, creme, o liquori aromatizzati alla fragola.”

Fenomenale! Intenso! Mai più senza!

Leggendo l’introduzione alle ricette, si scoprono notizie interessanti:

La stagione ci ha portato, da un mese, fragole e ciliegie. Per dire la verità, ieri, 20 giugno, in un negozio di fruttivendoli a Piazza Cavour (Roma), le fragole erano segnate 20 lire il chilogrammo. Non sono, voglio dire, almeno per ora, dei frutti che l’onesto impiegato di Categoria C, con parecchi figlioli i quali abbiano parecchio appetito, potrebbe offrir loro con una certa abbondanza e frequenza. Riso, panna, uova, fragole, burro in abbondanza: ingredienti reperibili da poche fortunate. Ma la sola idea di un dolce pannoso, goloso, madreperlato e contornato da dolci fragole rosse e quel zic di alcool… il solo pensiero, dicevo, fa alzare il morale, riporta speranza e un palpito di felicità. Il cibo stimola la fantasia e l’immaginazione, no? Eccovi alcune ricette per l’utilizzazione delle fragole. Le do ora: le lettrici sanno già che si tratta di ricette da utilizzare…per festeggiar la vittoria definitiva, appena le nostre armi gloriose avranno costretto il nemico alla resa.

Non è andata proprio così, per grazia ricevuta.

 

Ps: cliccate qui per sfogliare il numero originale del 1941